Consegnata la commessa per un quadro di distribuzione da 3MW. Il quadro andrà ad alimentare il sistema di riscaldamento dell’aria per test in galleria del vento.
Appena ultimata la commessa per un quadro elettrico della potenza di 800 kW. Il quadro alimenterà un sistema di riscaldamento dell’acqua in un serbatoio per evitare che in inverno possa congelare.
Questo sistema è provvisto di quattro alimentazioni separate, ma di un unico controllo integrato per la termoregolazione. Quest’ultima è gestibile sia in locale che da remoto con un sistema DCS.
A nostro padre.
Quest’anno la nostra azienda raggiunge il traguardo dei 45 anni di attività nel settore dell’automazione industriale. Vogliamo ripercorrere le tappe principali di questo percorso di crescita che ci ha portati al livello di esperienza e maturità che oggi ci contraddistingue.
1975
Rodolfo Cesare fonda CIE con sede a Monguzzo (CO). I primi passi vengono mossi nell’installazione di impianti elettrici sia civili che industriali. I settori principali sono gli impianti per il trattamento di superfici e quelli per i trattamenti termici.

Il documento di iscrizione alla camera di commercio
1976
Poco dopo i suoi inizi comincia la produzione di impianti antideflagranti a prova di esplosione.

Un ordine di Alitalia per un sistema antideflagrante di manutenzione degli aerei.
1982
CIE si sposta nella sua nuova sede a Merone (CO).
1985
Tra i settori coperti entra anche quello dell’industria chimica.

Interno quadro di un power centre fornito ad un’industria chimica
1995
Con lo scopo di concentrarsi sul settore industriale, viene deciso di abbandonare quello civile.

Le prime pagine di uno schema per un tunnel di lavaggio.
1998
Per completare il know-how nell’automazione industriale, viene introdotta la programmazione dei PLC.
2007
L’azienda continua ad espandersi e ha bisogno di una sede più spaziosa, viene scelto un capannone in un nuovo complesso industriale a Monguzzo (CO).
2008
La continua progressione tecnica porta alla progettazione e realizzazione di impianti dedicati alla ricerca e sviluppo.
2010
Comincia l’espansione verso un settore di sostenibilità ambientale, quello del trattamento e della depurazione delle acque.
2015
Oltre agli impianti elettrici e alla programmazione dei PLC, viene sviluppato anche un innovativo sistema di supervisione e controllo remoto: l’IPS Cloud.
2016
L’espansione geografica porta alla certificazione UL per poter esportare anche sul mercato americano.
Da quando è nata, CIE non ha mai smesso di crescere, non solo come dimensione, ma soprattutto in termini di competenze. Lo sviluppo del know-how è sempre stato la nostra priorità, e lo alimentiamo con la voglia di approfondire ed utilizzare nuove tecnologie. In questo settore essere tempestivamente al passo coi tempi è fondamentale e noi mettiamo tutti i nostri sforzi perché questo rimanga sempre vero anche per gli anni a venire.
Andrea e Gabriele Cesare
Quando si parte a progettare un quadro elettrico di bassa tensione, tra le altre cose, ci si trova di fronte alla scelta di come realizzare la distribuzione di potenza. Le strade sono due: utilizzare le corde oppure optare per un sistema sbarre. Analizziamo insieme quali sono gli aspetti da considerare per effettuare la scelta migliore.
Cosa dicono le norme
La prima cosa da fare è confrontarsi con le norme di riferimento. In questo caso parliamo della CEI EN 61439-1 che regolamenta le apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione. Secondo la norma, non ci sono situazioni in cui siamo costretti ad utilizzare una soluzione piuttosto che un’altra, ma ci sono delle soglie sopra alle quali è necessario verificare la tenuta al cortocircuito. In questi casi avere dei sistemi sbarre rende le cose molto più semplici. La norma richiede che il sistema di distribuzione venga testato direttamente, oppure che venga verificato mediante confronto con un progetto di riferimento. In questo caso l’utilizzo di un sistema sbarre è vantaggioso, visto che normalmente i costruttori hanno già fatto una serie di test per le varie configurazioni. Il confronto può essere fatto con una lista di controllo presente nella norma, oppure tramite calcoli. In ogni caso il sistema in esame deve avere caratteristiche uguali o migliorative rispetto a quello di riferimento che è stato testato dal costruttore. E anche per questa verifica, i costruttori di sbarre normalmente ci vengono in aiuto.
I limiti previsti dalla norma, sotto i quali non è necessaria la verifica al cortocircuito, sono i seguenti:
- La corrente nominale ammissibile di breve durata (Icw) o la corrente nominale di cortocircuito condizionata (Icc) non superano i 10 kA valore efficace.
- Se è presente un dispositivo limitatore di corrente e la corrente di picco (Ipk) limitata non supera 17 kA in corrispondenza della corrente massima presunta di cortocircuito.
- Per i soli circuito ausiliari, se collegati a trasformatori la cui potenza nominale non supera i 10 kVA con una tensione nominale secondaria superiore a 110 V; oppure non supera 1,6 kVA con una tensione nominale secondaria inferiore a 110 V e la cui impedenza di cortocircuito è superiore al 4%.
Un approfondimento sulle correnti di cortocircuito
Capiamo meglio cosa sono le varie correnti di cortocircuito menzionate nella norma.

L’andamento della corrente di cortocircuito nel tempo. Nelle prime frazioni di secondo si crea un picco (Ipk) che in seguito va a smorzarsi, stabilizzandosi ad un certo valore (Icp). Il tempo necessario per raggiungere quest’ultimo valore di corrente è dell’ordine di grandezza di 1s. Nella realtà l’andamento della corrente non è simmetrico come schematizzato nel grafico, ma spostato da un lato, diventando simmetrico solo a regime.
Corrente di picco
Ipk – in rosso nel grafico. È il valore massimo assoluto che la corrente di cortocircuito raggiunge all’inizio del guasto. È possibile limitare questa corrente con dei dispositivi limitatori, come fusibili e interruttori. In questo modo si può abbassare la corrente di picco sotto la soglia per evitare la verifica al cortocircuito.
Corrente nominale di cortocircuito condizionata
Icc – in giallo nel grafico. È il valore efficace della corrente (semplificando molto, per l’alternata è quel valore che provoca lo stesso effetto di una corrente continua) di cortocircuito alla quale il quadro deve resistere fino al momento in cui interviene il dispositivo di protezione.
Corrente nominale ammissibile di breve durata
Icw – in verde nel grafico. È il valore efficace della corrente relativa alla prova di cortocircuito per un tempo definito, senza l’intervento delle protezioni. Significa che nessun elemento del quadro deve danneggiarsi al passaggio di questa corrente per un tempo definito. Normalmente come tempo viene utilizzato 1s, ma potrebbe anche variare. Allo stesso quadro è possibile anche assegnare diverse Icw per tempi diversi.
Corrente presunta di cortocircuito
Icp – in blu nel grafico. È il valore al quale tenderebbe la corrente di cortocircuito se non venisse interrotta dai dispositivi di protezione. Possiamo vederla come il valore di corrente di cortocircuito a regime dopo la fase iniziale amplificata. In pratica questa corrente non si raggiunge mai, in quanto le protezioni intervengono prima per interrompere il guasto.
I vantaggi dell’utilizzo di sistemi sbarre
Come abbiamo visto sopra, nel caso superiamo le soglie per le quali la norma richiede una verifica, il primo vantaggio sta nei test già pronti che ci può dare il fornitore del sistema sbarre, certificando il nostro sistema. Ma è conveniente usare i sistemi sbarre anche quando siamo sotto queste soglie? La risposta è sì, perché, come vedremo adesso, i benefici sono molteplici.
- Migliore tenuta al cortocircuito. Indipendentemente dal fatto che ci venga richiesta una verifica al cortocircuito o meno, un sistema a barre garantisce una resistenza al cortocircuito superiore rispetto alle corde e certamente anche un comportamento più prevedibile.
- Riduzione delle ore di manodopera. Un sistema cablato richiede dei tempi di assemblaggio più lunghi rispetto al montaggio di un sistema sbarre, che si traduce in una riduzione dei costi di manodopera.
- Dimensione del quadro ridotte. Questo aspetto ha un doppio vantaggio: una riduzione dei costi del quadro e un vantaggio per il cliente che avrà un volume occupato dal quadro inferiore.
- Facilità di ampliamento. I sistemi sbarre permettono dei collegamenti più semplici e veloci nel caso di aggiunte future. Oltre alla facilitazione data dagli spazi più liberi.
- Meno rischi di surriscaldamento sui punti di connessione. Gli accessori sono connessi con sistemi a molla, pertanto non sono soggetti ad un allentamento nel tempo. Questo elimina anche il bisogno di verifiche periodiche del serraggio della bulloneria.
- Estetica più ordinata. Sicuramente anche l’estetica del quadro ne giova, mostrando un aspetto più ordinato e pulito.
Se guardiamo invece cosa abbiamo sull’altro piatto della bilancia, troviamo un costo superiore del materiale rispetto a un sistema cablato. Ma, considerando tutto quello che abbiamo sul piatto dei pro, la bilancia continua a pendere verso i sistemi sbarre. Il nostro suggerimento, quando si fanno queste valutazioni, è di guardare tutti gli aspetti e pensare a quello che avverrà in futuro, non fermandosi alla comparazione del mero costo del materiale, che è solo un punto di una lista ben più lunga.

In fase di ultimazione la commessa per l’automazione dell’impianto di riutilizzo di materie plastiche che prevede 15 quadri elettrici lungo tutta la linea. L’impianto è composto da una rete strutturata con un PLC centrale collegato ai quadri. Questa CPU è il fulcro che va a controllare tutti i sensori presenti in linea.
Su un impianto di queste dimensioni la supervisione è sicuramente un elemento che non poteva mancare. Verrà installato un computer dedicato per gestire tutti i segnali e permetterne il monitoraggio in tempo reale.
Da poco conclusa la commessa per il settore Oil & Gas che prevede il controllo di un riscaldatore da 1,6 MW. Per ottenere la regolazione richiesta il sistema prevede l’utilizzo di tiristori (SCR).

Vogliamo spendere qualche parola per spiegare cos’è un tiristore o SCR (Silicon Controlled Rectifier) e che vantaggi da. Si tratta di un componente simile a un diodo e si differenzia da quest’ultimo per la presenza di un terzo terminale chiamato “gate”, al quale viene applicato un segnale per attivare la conduzione del diodo. E’ formato da un quadruplo strato di semiconduttori p-n-p-n e viene collegato in modo equivalente ad una coppia di transistor secondo lo schema che potete vedere nell’immagine.
Questo componente, accoppiato ad un PID (controllo proporzionale-integrale-derivativo), permette di raggiungere livelli di precisione sensibilmente più elevati rispetto ad un sistema elettromeccanico basato su teleruttori. Inoltre permette anche una maggior velocità di risposta. Va sottolineato anche il fatto che un tiristore non si limita a modulare la potenza con una serie di accensioni e spegnimenti rapidi, ma va ad intervenire sull’onda, tagliandola ad una certa soglia.
Nuova commessa per il controllo di uno scambiatore di calore su impianto di trattamento gas.
Vi aspettiamo alla fiera Altecnologie a Erba dal 23 al 25 novembre dove presenteremo il sistema di supervisione IPS Cloud. In particolare mostreremo le potenzialità della piattaforma, grazie alle quali è possibile migliorare il controllo, ottimizzare l’efficienza e ridurre i costi di produzione di macchine e impianti.
Potete trovarci presso il Centro espositivo e congressuale LARIOFIERE in Viale Resegone – 22036 Erba (Co) allo stand n° 52 del padiglione B.
Nuova installazione di un impianto di depurazione acqua tipo chimico fisico + trattamento batch per concentrati scarichi; il monitoraggio da remoto è fatto tramite il sistema di supervisione IPS Cloud.
CERTIFICATE OF COMPLIANCE
Cie srl al fine di soddisfare le richieste dei clienti per il mercato americano ha ottenuto la certificazione secondo gli standard UL per la realizzazione dei quadri elettrici, ( Norma UL 508A – Industrial Control Panels ).
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